Radici Sagge: Il viaggio | Lezione 1: Il Concetto di Cecità Vegetale | Lezione 2: Il Mondo Vegetale e Boschi | Lezione 3: Boschi e Flora delle Marche
La prima lezione di "Radici Sagge" ha offerto una panoramica approfondita e preoccupante sulla nostra relazione con il mondo naturale, in particolare con il regno vegetale. Il tema centrale ha ruotato attorno alla disconnessione dell'umanità dalla natura e alle gravi conseguenze di questa indifferenza sull'ambiente e sulla nostra stessa sopravvivenza.
Un concetto cruciale introdotto è stato quello di "cecità vegetale", ovvero la tendenza delle persone a non notare le piante. Uno studio citato, condotto da antropologi americani e Stefano Mancuso, ha evidenziato come studenti di materie scientifiche, pur avendo competenze botaniche, abbiano quasi unanimemente ignorato il 99,5% di una foto di un bosco, concentrandosi su una lucertola che rappresentava solo lo 0,5% dell'immagine. Questo fenomeno, osservato anche in popolazioni indigene amazzoniche, suggerisce una tendenza umana generalizzata a non vedere le piante. Si ipotizza che questa "cecità" possa derivare da un vantaggio evolutivo passato, legato alla necessità di individuare prede o predatori, ma che oggi, in ambienti urbani sicuri, contribuisce all'indifferenza verso il vegetale.
La lezione ha poi sottolineato il ruolo dominante delle piante nella biomassa terrestre, rappresentando circa il 97,3% della biomassa vivente sulla Terra. In confronto, l'intera biomassa animale, insetti inclusi, costituisce solo una piccola frazione. È stato evidenziato come l'Homo sapiens, pur rappresentando solo lo 0,01% della biomassa, consumi una percentuale sproporzionatamente alta (quasi il 70%) delle riserve terrestri, evidenziando uno squilibrio significativo.
Un altro tema chiave è stato il ruolo fondamentale della fotosintesi nel produrre l'ossigeno necessario alla vita animale. La lezione ha spiegato come le piante, attraverso la fotosintesi, convertono CO2 e acqua in zuccheri, rilasciando ossigeno come prodotto di scarto. È stato inoltre sottolineato il ruolo cruciale del fitoplancton marino, responsabile della produzione della maggior parte dell'ossigeno terrestre (60% e oltre).
L'aumento della concentrazione di anidride carbonica (CO2) negli ultimi 150 anni è stato identificato come una delle principali cause del riscaldamento globale. Analisi dei ghiacci antartici hanno mostrato come i livelli di CO2 siano aumentati da una media storica tra 190 e 280 ppm a circa 430 ppm attuali, quasi il doppio della media storica. Sebbene la CO2 sia essenziale per mantenere una temperatura terrestre vivibile, le sue eccessive concentrazioni causano problemi. La combustione di combustibili fossili è stata indicata come la principale fonte di questo aumento.
La deforestazione è stata presentata come un ulteriore problema grave, in quanto elimina l'assorbimento di CO2 da parte delle piante e rilascia carbonio nell'atmosfera durante la decomposizione. Le cause principali della deforestazione includono la creazione di nuovi pascoli per l'allevamento intensivo, la coltivazione di alimenti per il bestiame e la creazione di coltivazioni specializzate. La difficoltà nel contrastare la deforestazione è stata attribuita a leggi inefficaci e alla prevalenza delle logiche economiche sulla conservazione delle foreste.
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L'aumento della temperatura terrestre, conseguenza diretta dell'incremento dei gas serra, è stato un altro tema centrale. I dati presentati hanno mostrato un aumento della temperatura media globale di 1,53°C dal 1900 al 2023, con un incremento maggiore negli ultimi 40-50 anni. Il fallimento degli obiettivi di contenimento del riscaldamento globale, come quello dell'UE di mantenere l'aumento entro 1,5°C entro il 2050, è stato sottolineato.
La lezione ha esplorato anche possibili soluzioni, come la riforestazione, evidenziando la necessità di piantare 1000 miliardi di alberi per assorbire l'eccesso di CO2. Tuttavia, sono state discusse le difficoltà pratiche legate alla superficie necessaria e al conflitto con la necessità di produrre cibo per una popolazione mondiale in crescita. Lo spreco alimentare è stato identificato come un problema significativo, con il 30% delle produzioni agricole mondiali sprecato. È stato suggerito che ridurre lo spreco alimentare potrebbe liberare vaste superfici di terreno.
L'impatto dell'allevamento intensivo è stato un altro punto focale, con il 69-70% del cibo prodotto destinato all'alimentazione del bestiame. L'inefficienza di questo sistema è stata evidenziata dal fatto che per produrre 1 kg di carne bovina, un animale consuma 7000 kg di vegetali. È stato suggerito che ridurre il consumo di carne potrebbe liberare significative superfici di terreno.
Infine, la lezione ha sottolineato il ruolo fondamentale del consumatore nel promuovere un futuro sostenibile, attraverso scelte consapevoli che riducano l'impatto ambientale.
La lezione si è conclusa con uno sguardo ai temi futuri, anticipando la discussione sull'approvvigionamento idrico e sulla capacità degli alberi di immagazzinare acqua nel terreno
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